LE METAMORFOSI

TITOLO
Le Metamorfosi

REGIA
Giorgio Barberio Corsetti

CAST
Filippo Timi, Agathe Rigot, Antoine Rigot, Ruggero Cara, David Soubies

ANNO
2002

INFORMAZIONI
“Esisteva un tempo in cui gli dei e gli uomini si incontravano. Il cielo toccava la terra e la terra era scavata fino nelle sue profondità incandescenti. Gli incontri erano terribili, il sacro lasciava il segno di una inevitabile trasformazione; il passaggio tra il mondo vegetale, animale, umano e divino era immediato, meraviglioso e definitivo. I confini tra i mondi non erano ancora netti ed erano marcati dalla presenza liminare ed enigmatica degli dei che con le loro ambigue ed estreme presenze popolavano i luoghi. Ovidio, tardo ammiratore ed esploratore di questo multiforme mondo mitico, lo rende con estrema concisione poetica, una grande preziosità linguistica, ed una ironia sottile che pervade il racconto. Questa sua modernità è anche la nostra”.

Per mettere in scena Le metamorfosi di Ovidio, Corsetti prende spunto dalle suggestioni del circo. E’ la libera e affascinante drammaturgia che caratterizza questo antico spettacolo ad affascinare Corsetti, che prende in prestito alcune dinamiche del nouveau cirque per esaltare le possibilità espressive della sua drammaturgia. Un’intuizione quasi naturale, visto il senso di stupore, di leggerezza, la magia del movimento e l’intensità che Barberio Corsetti ha sempre messo in luce nei suoi spettacoli.

“Questo spettacolo intende raccontare queste storie di metamorfosi così come possono essere vissute da noi oggi, nel profondo del nostro immaginario in cui tutto si mischia, l’antico ed il presente, come nei sogni. Per questo vi lavorano attori ed acrobati, tutti insieme attori di questo universo antico, scuro e profondo in cui si sale e si scende tra cielo e terra quasi senza più gravità, si va giù nelle profondità, si viaggia in un equilibrio impossibile, quasi su un filo tra l’umano ed il bestiale. Si raccontano metamorfosi, costellazioni splendenti che rimangono per sempre piantate nel cielo, salti, balzi animaleschi, inseguimenti acrobatici, uomini e donne trasformati in lupi, cervi, orsi, alberi. Un mondo fluttuante ancora non definito che si lascia pervadere da un sacro oscuro, lancinante, violento, ed il volto enigmatico del dio sullo sfondo.

Attori-acrobati-attori prestano il loro corpo ed il loro pensiero del volo, del salto, dell’equilibrio impossibile, per ridarci l’emozione, la tensione e la risata liberatoria dell’incontro con il terribile, il tremendo, lo sconosciuto. Il viaggio del mito verso di noi attraversa Holderlin, Rilke ed altri ancora. Ma la cifra della sua espressione è sempre il mosaico luminoso del racconto di Ovidio. E’ un progetto complesso in cui si fondono discipline differenti che posano lo sguardo su un unico centro, il luogo del racconto: Antoine Rigot e i Colporteurs per le tecniche del circo, da reinventare e modellare, Fabio Iaquone per il video, Gianfranco Tedeschi per le musiche, la drammaturgia e la regia per me, con l’aiuto di Raquel Silva. E poi Cristian Taraborelli per i costumi e Piergiorgio Foti per le luci. Ma tutti, proprio tutti insieme per inventare un linguaggio comune su un territorio sconosciuto, un linguaggio diretto, semplice, concreto e nello stesso tempo ricco di immagini, emozioni, sorprese, umorismo e profondità”.