LA NASCITA DELLA TRAGEDIA

TITOLO
La nascita della tragedia. Un notturno

REGIA
Giorgio Barberio Corsetti

CAST
Filippo Timi, Franco Citti, Simona Angioni, Mariella Lo Sardo, Gabriele Benedetti, Walter Leonardi, Valentina Diana

ANNO
1996

INFORMAZIONI
Giorgio Barberio Corsetti questa volta mette in scena una notte nella citta’, in un quartiere tra degrado e recupero, passando da una strada tra palazzi abbandonati, il binario di un treno un cortile, i giardini di una grande piazza e, infine, un teatro scatola magica della funzione della tragedia della vita, esemplare, che brucia senza scottare. Nasce cosi’ uno spaccato di vita notturna, con una coppia di sbandati senza casa, con lei incinta, che cercano di procurarsi della droga da rivendere per sistemarsi, un imbroglione detto il Re che cerca di truffarli, macchine che arrivano sgommando, un’ altra donna, un disoccupato, barboni e vagabondi varii, un cieco guidato da una ragazza. E proprio con questi personaggi si riallaccia a quello della grande tragedia, all’ archetipo classico, perche’ costui, col suo bastone bianco e occhiali neri, e’ una sorta di Edipo guidato da una vagabonda “alla ricerca di due figli che non incontrera’ mai e mai potra’ vedere”. E il suo messaggio a loro arrivera’ solo quando sara’ troppo tardi, quando, non a caso in teatro, uno dei due fratelli avra’ ucciso l’ altro. “Dioniso stanotte mi ha parlato: non l’ ho capito, farfugliava ebbro di vino”, annota la guida silenziosa, impersonata dallo stesso autore regista, all’ arrivo in teatro dove piccole truffe comiche, alienazioni sul filo della follia, esagitazioni, illusioni e delitti esemplari si ripropongono in una misura di scenetta da palcoscenico. Insomma un lavoro ambizioso carico davvero di suggestioni, non solo nell’ ambientazione, nelle sorprese spettacolari come i dardi infuocati che volano in scena o la sovrapposizione di immagini di lotta vera dei due fratelli, ma anche nell’ intersecarsi casuale con la contigua vita e rumori normali della citta’ . Cosi’ , accanto a inevitabili dispersioni e divagazioni nascono momenti di poesia e forza espressiva che un accompagnamento musicale dal vivo, scritto e eseguito da Daniel Bacalov, sostiene e sottolinea con echi da Songspiel brechtiano ma anche passaggi, come nell’ introduzione con la sgangherato e impossibile barchetto di poveri Dei, verso la danza dionisiaca o tribale o il malinconico ansimare da organetto che segue gli spettatori durante i loro spostamenti. Aldila’ di quanto misteriosamente vuole suggerire il titolo “Nascita della tragedia”, vicende e situazioni finiscono per coinvolgere e farsi seguire, per avere una loro coesione che regge anche il piu’ intellettuale finale in teatro. Tra i personaggi spicca inevitabilmente il cieco paziente e intenso di Franco Citti, ma tutti riescono in una caratterizzazione non superficiale e senza coloriture eccessive dei vari personaggi coi costumi di Cristian Taraborrelli, mentre credo una lode per tutti vada, data la complessita’ della realizzazione, alla direzione tecnica di Luigi Grenna.

Petroni Paolo – (4 ottobre 1996) – Corriere della Sera